M.D.L. aveva 18 anni, nel 1944.
Era una bella ragazza - Bell'assai! -
Con il padre viveva i giorni della guerra nei Vastini, poche centinaia di metri dal mulino ad acqua di J'učnničl', tra carpini ed ulivi.
Quella notte una quindicina di negri (soldati di colore) passarono nei pressi del mulino.
Era una notte di luna…
Bussarono alla porta.
Mio padre, controvoglia, andň ad aprire. Neanche il tempo di dire :- Che volete? - Lo presero e lo legarono al tronco d'un olivo, tre o quattro metri dalla cisterna…
Ridevano. Urlavano. Gli tolsero i pantaloni. Io uscii disperata: - Lasciatelo! Lasciatelo… -
M.D.L. mentre raccontava premeva le mani una contro l'altra, il pugno stretto nel pugno. Faceva fatica a parlare e a ricordare. Ogni tanto nei suoi occhi brillavano le lacrime.
- Mi si sono buttati addosso, che non potevo muovermi. Belve. Si erano divertiti a rincorrermi, a strapparmi la veste di dosso…
Due mi tenevano stesa sul pavimento… gli altri si davano il cambio.
…nel modo piů brutale mi …
Gridavano. Minacciavano!
Mi ustionavano l'interno delle gambe con un ferro rovente.
I(je) grčmav'… pov'rčll' a me (Io gridavo come una partoriente… povera me).
Non c'era nessuna possibilitŕ di essere aiutata.
Tat'…Tat' jčv' sv'nut' (Papŕ… papŕ era svenuto).
Hanno smesso quando ho comnciato a vomitare…
(Nota del narratore: M.D.L. č rimasta incinta. A causa delle chiacchiere fu costretta a emigrare in USA. Ora č morta. Il figlio vive a Seattle.)
Testo: Giuseppantonio Cristofaro
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