RipAmici 2000

Ripabottoni
Un Autunno di guerra

La strada del Sanguine

.

.

.

.

.

.

La taverna di Cerrosecco

.

.

Autunno

1943

Le giornate si sono accorciate. Le notti allungate.
Stagione cosparsa di fango e di foglie gialle.Prima dell'alba i contadini che vengono dal paese scendono per la via del Sanguine, in silenzio. Alla stanchezza dell'estate si è aggiunta la paura della guerra.
I commercianti di bestiame nella taverna, tra un piatto di fagioli e un bicchiere di vino, raccontano a Zia Maria Luigia, "La Tavernara", di una strana vita che si vive nel Cassinate.
"Uomini rastrellati e spediti sulle montagne a costruire casematte e a scavare trincee".
Zia Maria le informazioni non se le teneva per sé.


Le mamme conoscono l'insonnia; le ragazze non riescono a togliersi di dosso il magone. I giovani si nascondono.
La devota di Montecastello ripete a tutti: "Pregate . Pregate la Madonna…" I tempi… i tempi sono difficili…
Sono molte le donne che, al tramonto, salgono a far visita alla Madonna, che la Devota si ostina a chiamare "Nostra Signora di quindici stelle".
Una volta sulla vetta: un giro attorno alla cappella, uno strappo alla catena della campanella… poi, inginocchiate sulla pietra, di qua della porta: "Bella Madonna mia…" un groppo alla gola; dagli occhi scendono lacrime che cadono sui maglioni zuppi di pioggia e di sudore.
L'amore partorisce il dolore, il dolore partorisce l'amore.


Già si parla di mercato nero. Facce strane passano di masseria in masseria. Vendono e comprano di tutto. Cereali, legumi, lardo, prosciutti, lenzuola, case, diplomi di laurea… Pellame… pistole… oro…
Anni di tessera annonaria hanno portato la fame. La Disperazione.
- U pr'f'ssor(e) K' n'oss' d' pr'sutt' z'akkhèttat' - l'enciclopedia Treccani.
- No, con un osso di prosciutto e due chili di fagioli ki gar'gagl(i)',
precisa Don Michele.
Il famacista lo guarda negli occhi e - Non cambia di molto - dice.
- Da che mondo è mondo i libri hanno "satollato" i - surgh' - dice il segretario comunale "Don Attilio", sbirciando le carte in mano all'esattore, Don Peppe.


Nella cucina della masseria c'è buio.
Mamma sta per uscire con la colazione per i seminatori. Bussano alla porta. Mamma e nonna si guardano, ammutolite.
Tornano a bussare.
- Va, apri - dice nonna.
- Ho paura - dice mamma.
Di nuovo bussano. Questa volta con insistenza.
Mamma si decide. Va. Apre.
Io mi aggrappo alla gonna di nonna.
Un passo dalla porta i due tedeschi con il fucile mitragliatore spianato. Sorridono.
- Cosa… volete?! - Balbetta mamma.
- Ei. Ei. Ja, ei - rispondono assieme.
- K' cattr' vònn? - Chiede mamma a nonna.
Nonna rientra la testa nelle spalle.
- 'nu sacch' - dice nonna a mamma. E a me:
- Va' na macchia e chiama siè:rd't' - Io non mi scosto da lei.
Due galline starnazzano sulla concimaia. I due tedeschi indicando le galline, mimano chi succhia l'uovo dal guscio.
- Kiss' vònn' l'ov' - dice nonna a mamma.
Mamma tira da sotto il letto la cesta delle uova e la porge al tedesco più vicino.
Questi infila la mano sotto la giubba
- Figli miei! - Prega mamma, cadendo in ginocchio.
- Nein, nein! - Dice il tedesco, avvicinandosi alla mamma.
Mamma lo allontana e lui torna ad infilare la mano (nella pettorale) - 'nna p'ttrà:l' - e tira fuori una fotografia, che mostra alla nonna.
Vedo due anziani con tre ragazzoni. Il soldato indica col dito il primo da destra.
- Tod! - dice - Mio, … mio bruder… fra…tel…lo, mio fratello?… Tod! -
- Morto? -
- Ja, morto!
Si fa triste.
- Pure io… vielleicht.
- Dans, tu portare un blume, un… fiore!
Nonna non risponde. Gli posa la mano sulla spalla. Lui giela stringe nella sua e si guardano.
Poi prendono la cesta con le uova e vanno via.
- La guerra! - Dice nonna.
- Se fossero rimasti ancora li avrei baciati - dice mamma.
- Anche loro sono figli di mamma - dice nonna.
Testo: Giuseppantonio Cristofaro


| H O M E |

Programmazione HTML: Walter La Marca