A novembre, dopo tanta fatica nei campi, il contadino non poteva ancora godere il meritato riposo al caldo tepore del focolare…

…il lavoro non era a finito. La sua mente, le sue mani, i battiti del suo cuore, erano sempre cadenzati dalle fasi della luna, del sole, della pioggia, della terra in un interminabile ciclo lavorativo.

In questo periodo, infatti, conclusa la vendemmia e quasi ultimata la semina del grano, tra una giornata di sole ed una pioggia, iniziava la raccolta delle olive.

Unico sussidio per questo lavoro, oltre "u n'gin" un uncino ricavato da un ramoscello lungo e dritto con il quale si prendevano i rami più alti, era "a sacch'ttell", un sacchetto che si legava alla vita come un grembiule e nel quale si lasciavano cadere i frutti colti con le mani.

Finita la raccolta si procedeva alla mondatura delle olive.

Esse si passavano in un setaccio, "u p'llicce", dal reticolo di fili largo circa mezzo cm. con cui si separavano gli acini dalle foglie.

Quando era tutto pronto, ci si rivolgeva ai proprietari di uno dei frantoi del paese per fissare il giorno della spremitura delle olive.

Le fasi di lavorazione negli antichi frantoi erano eseguite con mezzi naturali: macine in pietra, che prima della corrente elettrica erano girate dagli animali, acqua, fuoco.

Quest'oggetto, "a r'col", era usato nei frantoi. E' un colino che si poneva su un bidone "sctegnon",

su di esso vi si poggiava, per farla sgocciolare, una delle misure …

…il quarto, il mezzo litro e il litro, strumenti importanti per chi lavorava in un frantoio.

Una volta portato a casa, l'olio si conservava generalmente in pile di pietra.
Esso era l'unico condimento, oltre al lardo e alla sugna dei suini, ed era usato con molta parsimonia.

Ripabottoni, 03 Novembre 1999
Testo: Marialucia Carlone
HTML: Vittorio Sauro