Arturo Giovannitti
Era nato il 7 gennaio 1884 a Ripabottoni, nell'allora chiamata provincia di Molise. Morirà a New York il 31 dicembre 1959. Compì gli studi liceali nell'Istituto Mario Pagano di Campobasso. A diciott'anni, concluso il liceo classico, invece di trasferirsi nella capitale del Regno, Napoli, com'era consuetudine allora per chi poteva permetterselo, a conseguirvi una laurea, partì per l'America, dove frequentò dapprima l'università McGill di Montreal, e quindi la Columbia University negli USA. Studiò anche teologia, e per un breve periodo fu vicario pastore presbiteriano in Pensylvania. Il temperamento irrequieto, tuttavia, le ingiustizie sociali di cui era testimone, e la sfiducia nelle istituzioni, soprattutto ecclesiastiche, lo spinsero su altri lidi. Pervenne così a un agnosticismo che l'allontanò dalle chiese, pur rimanendo il suo atteggiamento di vita profondamente religioso. Si prodigò con tutto sé stesso nella lotta per i diritti dei lavoratori, dei diseredati, degli emarginati, dando voce a quanti erano costretti a subire e tacere. La sua poesia, derivata stilisticamente dal Carducci, è tutta permeata da spirito di fratellanza universale e dalla nostalgia per l'angusto mondo che l'aveva visto crescere e nel quale aveva provato il primo senso di ribellione contro le istituzioni che perpetravano veri e propri soprusi ai danni dei compaesani poveri. Nonostante l'affetto per la famiglia e la struggente nostalgia per la propria terra, non tornò mai in Italia, neppure una breve visita. Se si ripensa alle ipotesi della nota 10, è facile intuire quale sia la più attendibile. Sarebbe potuto tornare dopo la caduta del fascismo, quando, però, le sue condizioni non gli permettevano di affrontare il viaggio.
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Nota n. 20 ad Appello all Giuria di Arturo Giovannitti
a cura di Corrado Paduano
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