Versate la farina a piramide sul "Tav'liere", nell'incavo ,(fontana), buttate le uova con un pizzico di sale. Aggiungete il bicchiere d'acqua e la sugna. Impastate ed amalgamate, raccogliendo tutta la farina.
Lavorate il composto con olio di gomito, fino a renderlo liscio ed omogeneo.
Fatelo riposare per 10/15 minuti, avvolto in un telo di canapa, pulito.
Passato il tempo di "riposo" riprendete la "panetta" e stendetela (cu luènare') fino ad ottenere una sfoglia non molto sottile, ma liscia, quasi levigata a specchio.
Infarinatela con farina di granone e ripiegatela su se stessa.
Tagliatela a tagliatelle larghe tre dita. Poi taglierete le tagliatelle a "taccozzelle" ("p' ttlell'"): rombi con due cm. di lato.
Spolverate le "pèttlè'lle" con farina di granone e copritele con lo stesso panno di canapa.
Lessate la pasta in acqua abbondante, salata. Una volta salita a galla (la vecchia nonna diceva: "Toccate il manico del paiolo; quando lo sentite freddo scolate la pasta") scolatela e mettetela in una "spasa", capiente. Conditela col sugo nel quale avete immerso abbondante basilico, profumato. Per ultimo: tanto cacio di pecora (molti le mangiano senza) grattugiato; quello della Ufra, ottimo.
Testo: Giuseppantonio Cristofaro
Programmazione HTML: Walter La Marca