estratto da F. Valente, Gli architetti di Dio (in preparazione)
Prima parte
Dal sito: http://www.francovalente.it
(con preghiera di citare questa fonte in caso di utilizzazione di questo scritto protetto da Creative Commons)
Roccamandolfi
Non so a chi spetti il demerito di aver inventato il termine di croci viarie per definire quelle croci che vediamo spesso nel territorio molisano in prossimit dei sagrati delle nostre chiese.
A ci aggiungo laltro demerito religioso-culturale dellaver creato attorno a queste croci moderne leggende circa loro improbabili rapporti con quei Templari che spesso vengono scomodati quando non si sa di che parlare.
Senza tralasciare il demerito di coloro che le hanno addirittura arricchite di definizioni come quella di croci bizantine per indimostrabili caratteri stilistici orientali.
E poich nel Molise ne esistono tante, qualcuno, non sapendo resistere al desiderio di associare cerimonie religiose alla pratica della transumanza, si immaginata anche una religiosit pastorale che apparterrebbe ad una immaginaria devozione per la Croce di Cristo.
Avendone personalmente viste una discreta quantit e non essendo riuscito a convincermi della esattezza di tali interpretazioni, mi sono fatta lidea che simili intuizioni sono del tutto campate in aria e che non esiste alcuna testimonianza antropologica o sociologica, e tantomeno letteraria o epigrafica, che attesti un qualsiasi rapporto tra chi praticava la transumanza e tal genere di rappresentazione.
Insomma che si tratti di croci della pastorizia transumante o di una sorta di segnali strategici sugli itinerari dei Templari o addirittura di espressione del dominio bizantino conseguenza di una esasperata e fervida fantasia. Mi vorranno, per questo, perdonare coloro che le hanno inserite in uno di questi contesti indimostrabili e che, per questo motivo, non ritengo necessario citare.
Prover, invece, a legare la loro origine pi semplicemente ad una pratica fortemente condizionata dallautorit religiosa che intendeva fare di ognuna di esse un punto di forza associando forme di liturgia a significati escatologici che, con il trascorrere del tempo, sono stati dimenticati o addirittura (nella maggioranza dei casi) neanche conosciuti.
Per arrivare ad una conclusione attendibile devo necessariamente fare alcune considerazioni preliminari che rientrano nel mio modo (certamente non originale anche se insolito) di interpretare gli aspetti esteriori di fenomeni religiosi secondo un metodo in cui lespressione formale, qualunque essa sia, conseguenza di fattori sincronici e di altri diacronici.
Ovviamente la necessit di essere sintetico mi costringe a saltare alcuni passaggi che, per, possono essere recuperati da chi ne abbia voglia andando a pescare in altri luoghi di questo sito virtuale o di aspettare una trattazione pi puntuale su questo particolare aspetto delle nostre antiche realt urbane.
Noi siamo abituati ormai a omogeneizzare il passato e difficilmente siamo in grado, se non facciamo prima una selezione critica, di distinguere nella storia dellarchitettura e dellarte i contesti in cui si collocano le singole espressioni.
Per, molto spesso, ci viene da pensare che il contesto sia una specie di frittata in cui i sapori si amalgamano tra loro fino ad escluderci dalla possibilit di conoscere le provenienze dei singoli componenti.
Si dir che non vale la pena di scomodare lo strutturalismo per capire le nostre croci che, in effetti, sono semplicemente colonne (spesso di riutilizzo) sulle quali sono appoggiate rappresentazioni fin troppo consuete della tradizione cristiana. Ma se si segue un certo ragionamento ci si accorger che anche questi elementi rientrano in una visione religiosa alla base della quale vi una significativa interpretazione teologica frutto di complesse valutazioni che il popolo recepisce passivamente per gli aspetti formali senza necessariamente infilarsi nelle problematiche escatologiche che ne hanno determinato la loro invenzione.
Non esiste una letteratura in merito. Della presenza delle croci nei nuclei urbani abbiamo testimonianze epigrafiche limitatissime che sicuramente non possono risolvere il problema temporale della loro origine. Osservando alcune funzioni liturgiche ancora praticate pi per una sorta di continuazione passiva che non per una condivisione teologica, queste colonne sono il punto di riferimento di azioni processionali che partono dallinterno di una chiesa per girarvi intorno e ritornare allinterno della medesima chiesa.
Cerimonia che spesso viene ripetuta pi volte accompagnandosi con canti o recitazioni liturgiche.
Quindi la colonna assume un significato particolare perch non si tratta semplicemente di un segnale che serva a fissare un percorso obbligato, quanto piuttosto il luogo fisico su cui collocata una croce.
Ma quella croce punto di riferimento rispetto ad un altro luogo da cui si parte per girarvi intorno. Quel luogo linterno della chiesa.
Quindi queste colonne e le croci che vi si appoggiano intanto esistono in quanto nelle immediate vicinanze vi una chiesa.
La transumanza, i Templari ed i bizantini non vi hanno nulla a che fare.
Non sappiamo come fossero organizzate le comunit cristiane pi antiche o comunque quelle ecclesie di unepoca sicuramente collocabile nellalto medioevo.
Troppo spesso siamo portati a ritenere che le prime chiese avessero una organizzazione prevalentemente sociale e che gli aspetti teologici avessero unimportanza minore. Alla luce delle testimonianze archeologiche relative ai monasteri benedettini pi antichi e dei siti urbani di epoca longobarda si pu sostenere sicuramente il contrario.
E certamente vero che lorganizzazione economica di una comunit costituisce il presupposto fondamentale per la sua sopravvivenza, ma la conformazione urbanistica o semplicemente architettonica, senza necessariamente escludere le necessit economiche, sembra conformarsi piuttosto alle esigenze teologiche.
In termini pi semplici sembra che la forma architettonica delle chiese pi antiche (ovvero delle chiese caratterizzate dalla presenza di una cripta e dalla terminazione absidata) si ponga in un particolare rapporto con lo spazio esterno che ancora non pu essere definito con il termine oggi consueto di piazza..
In effetti si tratta di piccole comunit allinterno di realt frammentate i cui componenti erano spesso vincolati essenzialmente da rapporti di vicinato che facevano capo ad un sedile o ad una piazza o ad un borgo anche esterno alla citt.
Esse prendevano il nome di Staurite per il diritto della chiesa cui facevano riferimento di innalzare una propria croce.
Ora, anche se linnalzamento in generale delle croci molisane su una colonna sia databile indifferentemente dal XIV al XVIII secolo, la loro esistenza non pu che trovare riferimenti proprio dallantica tradizione delle Staurite.
A noi ora non interessa specificamente andare alla ricerca precisa dellanno in cui furono innalzate le singole croci, anche se in molti casi di esse conosciamo la data, ma quale possa essere il significato che si nasconde nella loro origine che indubbiamente deve legarsi al concetto di Gerusalemme terrena che viene attribuito alledificio ecclesiastico che si concentra nella basilica, qualunque sia la sua dimensione fisica ed il luogo della Terra in cui sia collocata.
Dunque la basilica il luogo fisico nel quale vengono collocati i corpi dei defunti e nel quale avverr il giudizio finale quando su di esso scender la Gerusalemme Celeste nella quale sono collocate le anime dei morti in attesa del giudizio.
E se linterno della chiesa, con labside in cui collocato il simulacro pittorico del Cristo Pantocratore pronto per il giudizio definitivo, rappresenta il luogo della citt di Gerusalemme, la colonna con la croce non altro che il Golgota su cui posta la croce di Cristo ed il cranio di Adamo che, secondo la concezione apocrifa e nellambito di una visione escatologica del processo di salvezza dellintera umanit, fu sepolto proprio in quel luogo.
Lazione processionale che si svolge partendo dallinterno della chiesa per raggiungere la colonna e girarvi intorno per rientrare alla fine della cerimonia non rappresenta altro che la sintesi simbolica delluscita da Gerusalemme per raggiungere il Golgota e ritornare nel luogo in cui si attende il Giudizio Finale.
Queste croci sono molto particolari perch, pur essendo in pietra, sono una inconsapevole monumentalizzazione delle croci astili che avrebbero avuto origine dal famoso sogno di Costantino e che furono loccasione di straordinaria produzione degli orafi sulmonesi alla fine del medioevo.
AGNONE
Tra le chiese medioevali pi belle del Molise certamente va compresa quella di S. Emidio in Agnone. Pur se la tradizione attribuisce la sua fondazione genericamente a mercanti di Ascoli Piceno (che invocano questo santo come protettore della loro citt), un culto per S. Emidio in Agnone attestato almeno dal XIII secolo. I caratteri stilistici della facciata la fanno ritenere con una certa tranquillit del XIV secolo, con le trasformazioni di epoca successiva che sono abbastanza evidenti.
Una croce particolarmente interessante si trova da qualche anno appoggiata sul fronte della chiesa. Che il suo sito originario non fosse questo si ricava con assoluta certezza dalla circostanza che nella faccia nascosta che si appoggia alla facciata presente una figura in bassorilievo, sicuramente una Madonna, che si riconosce solo per il rilievo che appare nel profilo.
E posta su una colonna ottagonale sistemata su un capitello trecentesco capovolto ed utilizzato come base. Con una originale soluzione la sezione ottagonale della colonna diviene quadrata per formare un capitello a base quadrata sul quale si appoggia una croce polilobata che contiene limmagine di Cristo crocifisso nella parte centrale e rispettivamente S. Giovanni e Maria nei bracci trilobati.
In alto una colomba significa lo Spirito Santo che scende in soccorso di Cristo e in basso un cranio con due ossa incrociate ricorda la tradizione apocrifa secondo cui sul Golgota era sepolto Adamo che cos riceve le gocce del sangue di Cristo.
CAROVILLI
A Carovilli la croce stazionaria si trova allesterno del paese davanti allantica chiesa di San Domenico di Sora. Per guadagnare le indulgenze, si girava attorno alla bella croce stazionaria dai bracci gigliati, eretta nel 1811, se credibile la data che scolpita sulla sua base.
CASTELPETROSO
Pressoch identica a quella di S. Angelo in Grotte la croce stazionaria che sistemata davanti alla chiesa di S. Rocco sulla strada subito fuori dellabitato di Castelpetroso verso S.Angelo.
La croce ripete nella forma quella di S. Angelo in Grotte e non vi sono dubbi nel ritenere che sia stata fatta dallo stesso lapicida che vi ha apportato solo qualche modifica. Sul fronte rivolto verso la chiesa vi il Cristo crocifisso con il solito cartiglio con lINRI, S. Giovanni sul braccio sinistro e Maria su quello destro.
Sul retro le variazioni sono minime perch sul braccio orizzontale a sinistra appare la scala mentre due lance sono sulla destra insieme alla colonna della flagellazione. In basso, invece del mantello dellEcce Homo posta una tunichetta.
Pi raffinata la colonna su cui poggia la croce perch formata da un capitello corinzio con collarino su un fusto liscio con una base arricchita da cornici classiche.
Il tutto poggiante su un alto basamento dalle quattro facce riquadrate da cornici rettilinee.
CASTELPIZZUTO
A Castelpizzuto, per entrare al paese si deve girare attorno alla colonna circolare di una croce stazionaria che innestata su un bel capitello trecentesco. Chi le ha cementato dietro un banale lampione della luce pubblica certamente non aveva alcun interesse a consentire che quella croce continuasse ad essere il riferimento ed il limite delle processioni che iniziavano e finivano nella vicina chiesa parrocchiale dedicata a S. Agata che ancora protegge le donne dalle malattie ai seni. La chiesa dedicata a questa santa almeno dal 1594, come ricorda la data sulla facciata, ma il protettore di Castelpizzuto S. Attanasio. Nessun segno aiuta a capire in che anno quella croce sia stata realizzata.
CHIAUCI
Fuori della cinta muraria difensiva vi era solo una cappella dedicata a S. Sebastiano che, come al solito, in alternativa a S. Rocco, si trova sempre nelle vicinanze di una delle porte di accesso al paese. Ampliata nel 1860 per ospitare la confraternita del Santo Rosario, la chiesa fu trasformata secondo la moda neoclassica e non sembra avere nulla di particolarmente interessante.
CIVITANOVA DEL SANNIO
Come una croce astile quella di Civitanova del Sannio che mostra da un lato il Cristo patiens inchiodato, con il cranio di Adamo ai piedi ed il cartiglio dellINRI in alto. Dallaltro lato il Cristo triumphans, benedicente, con la scritta Salvator, i quattro simboli del Tetramorfo (ovvero i simboli degli evengelisti) sui quattro bracci e lAgnello crucifero al vertice. Cola di Civitanova laveva fatta scolpire per ricordare, non solo a Dio, che nel 1441 egli aveva commissionato quellopera, con il beneplacito dellUniversit locale che volle essere presente con lo stemma civico (quello che oggi non pi in uso) fatto da una fascia doppiamente cuneata in capo e tre palle nel campo inferiore.
FROSOLONE
Gran parte della chiese molisane, anche se di origine pi antica, nel XVIII secolo furono modificate in facciata. Spesso con la formazione di un cornicione semiellittico accoppiato a due quarti di ellisse laterali, secondo un carattere stilistico molto particolare per essere diffuso in quellepoca da Frosolone fino a Venafro, come la chiesa di S. Rocco. Assolutamente originale la croce stazionaria a forma di piramide affusolata con la sfera sulla punta che le sta davanti.
A Frosolone davanti alla Madonna delle Grazie vi unaltra colonna con una tipica croce polilobata che datata precisamente al 1732.
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Sicuramente pi consueta quella che ora si trova nel luogo dellantica chiesa di S. Pietro Apostolo. Qui la data 1660 ricorda lanno di realizzazione e la sottostante data 1825 ricorda che fu ricostruita dopo il funesto terremoto del 1805 che aveva fatto crollare anche al chiesa. Da un lato della cornice polilobata il Crocifisso con i bracci che si concludono in forma cherubini e lo Spirito Santo raggiato che piomba dallalto in forma di colomba. Sullaltro lato della Croce sta la Madonna Immacolata poggiata su una mezzaluna. Due leoni, una volta stilofori, fanno intuire che lantica chiesa di S. Pietro era dotata di un protiro di cui si persa ogni traccia.
GAMBATESA
Nel 1701, ad opera del vescovo di Benevento Francesco Orsini (che, divenuto papa con il nome di Benedetto XIII, volle continuare a tenere il titolo di vescovo di Benevento) lintitolazione a S. Nicola fu trasferita nella chiesa che si trovava subito fuori del paese e che originariamente era dedicata a S. Sebastiano.
Sul sagrato, poggiante su una colonna ottagonale, vi una bella croce stazionaria che reca, a rilievo, da una parte Cristo crocifisso con le immagini di Maria e S. Giovanni sul braccio orizzontale e quelle dellAngelo e del cranio di Adamo su quello verticale. Nella parte opposta il Cristo trionfante della Rivelazione con i simboli del Tetramorfo e degli evangelisti: LAngelo, il Bue, il Leone, lAquila. E tra quelle pi antiche della regione e ripete il carattere dell croci astili di provenienza abruzzese. Non esistono elementi per la sua datazione se non il carattere stilistico che la fa collocare alla fine del XIV secolo (A. TROMBETTA, Arte nel Molise attraverso il Medioevo, Cava dei Tirreni, 1984)
LARINO
(da A. Trombetta)
Nella cattedrale di Larino si conservano alcuni frammenti di una croce stazionaria inserita in una cornice circolare. Il Cristo crocifisso ha le mani sproporzionate e reca in alto il cartiglio con lINRI.
ISERNIA
A Isernia lunica croce stazionaria sopravvissuta oggi malamente conservata allinterno del piazzale di un deposito di attrezzi per la nettezza urbana. Non ho elementi per dire dove esattamente fosse collocata in origine, ma molto probabilmente era davanti alla scomparsa chiesa di S. Ippolito di cui si ricorda lesistenza solo nel nome della via che passa davanti allOspedale, nelle vicinanze della Taverna di Rufo.
E costituita da una colonna circolare in travertino (quindi una pietra locale) dalla base e dal capitello in forme neoclassiche che fanno ipotizzare una sua realizzazione ai primi del XIX secolo. Della croce originaria rimane un ferro arrugginito conficcato nella sfera che nella tradizione iconografica cristiana rappresenta luniverso su cui si colloca il simbolo del sacrificio di Cristo.
LONGANO
Fuori dellantico abitato di Longano sorge la chiesa a forma di tricora dedicata a S. Rocco. Rifatta in forme neoclassiche sicuramente pi antica, come sembrerebbe dalla croce stazionaria trecentesca la cui cornice circolare e la sottostante colonnina ottagonale sono murate in una vicina casa privata.
MACCHIAGODENA
Davanti alla chiesa di S. Lorenzo sta ferma una bella croce stazionaria. La data del 1719, che si legge sul dado che regge la colonna, probabilmente si riferisce ad un suo rimontaggio, perch il carattere stilistico del Cristo Crocifisso e delle terminazioni trilobate farebbero pensare ad unepoca pi antica. La particolarit di questa croce, per, sta nel fatto che nella parte retrostante, verso la chiesa, non vi la solita immagine del Cristo Trionfante o della Madonna Regina, ma quella del diacono Lorenzo che regge la graticola che serv per il suo martirio.
ORATINO
Segnalatami da Antonio Tirabassi una croce stazionaria ora si trova nella piazza di Oratino su un moderno basamento. Per lungo tempo smembrata e riposta presso case private stata rimontata in un luogo che sicuramente non quello originario. In pietra brecciosa dai bracci polilobati stat realizzata nel 1725 come si conosce dalla data segnata sul retro. Alla faccia liscia posteriore corrisponde il dritto molto semplice con un Cristo crocifisso con le braccia perfettamente ortogonali al corpo. Non si conosce il luogo di provenienza, ma le alternative sono lo slargo della chiesa madre dellAssunta nel centro urbano oppure laltro esterno della Madonna di Loreto.
PESCHE
Uscendo dalla chiesa di S. Maria del Rosario, una volta S. Croce, si apprezza la scenografica scalinata settecentesca che nel tempo ha risolto i notevoli problemi di differenza di quota permettendo ai fedeli di muoversi in processione per guadagnare indulgenze nel girare attorno alla croce stazionaria. Oggi questa imprigionata assurdamente da un moderno sistema di cancellate e di muretti che lhanno ridotta ad un anonimo elemento di arredo urbano. La croce, dai bracci con terminazioni trilobate, assolutamente liscia e la sua base reca semplicemente la data 1736.
Da questo punto, seguendo unerta salita, si arriva alla fontana pubblica. Salendo ancora, superata una delle porte della parte alte del nucleo pi antico, si raggiunge una piazzetta che domina la sottostante piana, fino ad Isernia. La particolarit di questo slargo la serie di croci stazionarie che fanno da griglia visiva. Ne sono cinque, tutte diverse tra loro, poggianti su esili steli di pietra. Nessuna data ci permette di fissare lepoca della loro realizzazione.
La prima, dai bracci a terminazione di picche, presenta sulla faccia un calice sormontato da un cuore fiammeggiante e due iniziali VN/VC. Della seconda sopravvive solo lasse verticale. La terza, lunica su colonna circolare di provenienza romana, ha i bracci come la prima. Vi si vede il Cristo crocifisso con le braccia a Y con il sottostante cranio di Adamo. La quarta la pi semplice perch non ha alcun segno e le terminazioni dei bracci sono a punta. La quinta ha le terminazioni trilobate (su cui sono incise le iniziali VC/VM) con lasse verticale che si allarga in forma quasi piramidale. Credo che una volta esse fossero singolarmente collocate davanti alle varie chiese scomparse di Pesche e poi siano state opportunamente raccolte in questo luogo.
POGGIO SANNITA
Uscendo da Poggio Sannita, anticamente Caccavone, si raggiunge la chiesa della Madonna delle Grazie. Qui, in un caotico sistema di strade moderne, la colonna circolare di una croce stazionaria, ormai quasi dimenticata in una scarpata a lato del piazzale, ammonisce chi ha voglia di farsi ammonire, che una volta lesterno della chiesa era sacro come il suo interno.
RIPABOTTONI
Il carattere del basamento ottagonale che sorregge la colonna circolare fa ritenere che questa croce cos come la vediamo sia frutto di una ricomposizione. Si pu sostenere con sufficiente sicurezza che in origine fosse posta in altro luogo di Ripabottoni e sarei propenso a ritenere che il suo spostamento sia avvenuto nel XIX secolo in coincidenza di lavori di sistemazione delle aree antistanti la chiesa dellAssunta. Probabilmente in origine era costituita solo dalla parte circolare della colonna.
La parte pi antica costituita in basso da un toro poggiante su un dado quadrato e in alto da un capitello vagamente corinzio.
La croce dai bracci polilobati presenta su una faccia limmagine di Cristo crocifisso con ai lati le consuete figure di S. Giovanni a sinistra e la Madonna a destra.
In alto sembra di riconoscere la testa di un cherubino con le ali incrociate.
RIPALIMOSANI
Segnalatami da Giovanni Mascia, a Ripalimosani, nello slargo sottostante la Chiesa dellAssunta sistemata una delle croci stazionarie pi articolate. La data 1562 attesta la sua origine. E trilobata nei terminali dei bracci sui quali sono poste teste di cherubino. Dal sito http://www.ripalimosanionline.it/croceviaria.php ricavo che ha su una faccia il Cristo crocifisso e sullaltra il Cristo risorto. Particolare la colonna scanalata attorno alla quale si avvolge un sottile racemo.
ROCCAMANDOLFI
A Roccamandolfi un angolo urbano si caratterizza per un grande arcone che accoglie un croce stazionaria tra le pi belle del Molise. Certamente sul piano scenografico la meglio collocata. Una croce di assoluta semplicit nel suo sviluppo simbolico dove la rigida articolazione degli scalini circolari si richiamano ad una geometrica interpretazione del Golgota e la squadrata perimetrazione dei sedili su tre lati evoca la comunit dei cristiani che si raccoglie attorno ad un Cristo Crocifisso racchiuso in una cornice circolare gotica poggiante su una sfera che simbolo dellUniverso. Davanti il Cristo sofferente, sulla parte retrostante limmagine del Cristo trionfante. Non si sa dove fosse collocata in origine.
ROCCASICURA
I pezzi di una croce stazionaria ignobilmente smembrata collocata in un giardino di una casa moderna senza che si sappia pi il luogo di provenienza.
SALCITO
Sicuramente difficile capire lepoca di realizzazione della croce che sta fuori dellabitato di Salcito. Sulla base quadrata da una parte appare la data 1595. Dalla parte opposta, invece, una epigrafe ricondurrebbe la sua realizzazione al 1881: VERA DIVOZIONE DELLA CROCE 1881.
Probabilmente a quella data corrisponde uno spostamento della croce che, anche in questo caso, probabilmente era originariamente collocata in altro luogo.
Su una faccia della croce polilobata vi il Cristo crocifisso. Sui bracci sono rappresentati i simboli della passione. Lullaltro lato, al centro sta limmagine della Madonna in piedi con il Bambino in braccio. Sui bracci della croce, che poggia su un capitello corinzio, tre grandi rose abbottonate. La colonna rotonda ed ha un toro che appoggia su una sottile base quadrata.
SANTAGAPITO
A S.Agapito, non appena si sbuca verso lesterno da uno dei pochi varchi della corona urbana medioevale, si passa per lo slargo della cosiddetta Croce bizantina, che di bizantino non ha proprio nulla, ma che costituisce un riferimento sicuro nella struttura stradale del paese. E, come le altre croci stazionarie del Molise, un collage di pezzi di varie epoche con una colonna romana su cui si appoggia un capitello corinzio che regge una croce liscia dai terminali polilobati. E molto simile a quella che si trova davanti alla chiesa della Madonna del Rosario di Pesce e pertanto la sua realizzazione collocabile negli anni Trenta del XVIII secolo.
S. ANGELO IN GROTTE
A S. Angelo in Grotte, nel comune di S. Maria del Molise, una croce stazionaria allingresso del paese dove era la chiesa di S. Barbara. Ha, secondo il modo pi solito, i bracci con terminazioni polilobate. Sulla faccia principale vi un Cristo crocifisso con i piedi inchiodati che sembrano poggiare sui capelli di una testa di cherubino. A sinistra e destra, su cornici quadrilobate sono poste le immagini di Giovanni Evangelista e della madre Maria. Sul braccio centrale il cartiglio dellINRI e pi in alto il rozzo profilo di una colomba.
Sullaltro lato sono alcuni simboli della passione di Cristo: una scala e la canna con la spugna inacetata nel braccio di sinistra, i chiodi ed un martello in alto di quello centrale, il mantello dellEcce homo in basso, una spada e una fune attorcigliata alla colonna della flagellazione. Al centro un croce semplice poggiante su tre monticelli. Dalle lettere malamente sopravvissute della cornice sappiamo che fu un certo Bartolomeo il committente dellopera.
S. GIOVANNI IN GALDO
Come altre croci anche quella di S. Giovanni in Galdo sembra sia stata spostata da un altro luogo. Inserita tra due piccole teste a rilievo, la data 1775 che appare sul fronte della crocifissione attesta inequivocabilmente lanno in cui fu realizzata. Lesile pilastro su cui si appoggia, sebbene abbia la base quadrata, ottagonale. La croce, secondo il solito, polilobata. Da un lato vi limmagine del Cristo i cui piedi appoggiano sul cranio di Adamo. In alto il cartiglio con lINRI.
Sul retro limmagine della Madonna Assunta con le braccia aperte e portata verso il cielo da una testa di cherubino ad ali spiegate che le sta sotto i piedi.
S. ELIA A PIANISI
(da A. Trombetta)
Una croce con cornice circolare, di cui non si conosce esattamente la provenienza,ma che posta nelle vicinanze del Convento dei Cappuccini, porta limmagine di un Cristo dalle gambe piegate con ai lati le figure di Maria e Giovanni e il sottostante cranio di Adamo. Sul retro la parte centrale occupata dalla figura di un Cristo benedicente con ai lati, sullestremit dei bracci, due personaggi dal viso barbato che sembrerebbero essere dei profeti. La data che appare malamente sul retro della croce di S. Elia a Pianisi secondo Ada Trombetta ( Arte nel Molise attraverso il Medioevo) potrebbe essere riferibile sia al 1392 che a quella di un secolo pi tarda del 1492.
SESSANO DEL MOLISE
Fuori dellabitato, nei pressi della moderna casa di cura che denominata Cittadella di Padre Pio, sorge dal 1618 la piccola chiesa dedicata a S. Maria degli Angeli. Lo attesta la data posta sullarchitrave sormontato anche dallo stemma che appartenne alla famiglia Castagna che in quellepoca era feudataria di Sessano. Sul sagrato notevole la croce stazionaria, sicuramente diversa dalle altre coeve che si trovano nel territorio. I bracci dalle terminazioni trilobate farebbero pensare ad una esecuzione pi antica di quanto segnali la pietra basamentale dove riportata la data del 1735. Su una faccia la rappresentazione del Cristo crocifisso con un Angelo in alto, S. Pietro e S. Paolo ai lati e la Madonna che ai piedi. Dallaltro lato la parte centrale occupata dallimmagine della Madonna con un personaggio che indossa una tunichetta con una calzamaglia nella parte alta della Croce, mentre a destra e sinistra sono rappresentati due monaci incappucciati. Il collarino del capitello porta una serie indecifrabile di lettere SADMSGIIII. Il tutto poggiante su una esile colonna circolare.
VENAFRO
Croce stazionaria davanti a S. Nicandro di Venafro.
La notizia pi antica sui Santi Nicandro e Marciano deriva indirettamente dal Breviarium Syriacum del 411 dove si racconta del loro martirio avvenuto nel 303 nella Mesia ad opera di Galerio Massimiano a seguito delleditto di Diocleziano contro i cristiani. Se una certa letteratura esiste sulle vicende dei Santi, nessuna notizia sicura sullorigine della chiesa ci pervenuta. Sicuramente un luogo di culto ove si conservavano le reliquie dei Santi Martiri, e che potrebbe anche coincidere con la basilica attuale, esisteva gi nellVIII secolo, perch il duca Arechi II (758-778), quando costru la grande basilica di S. Sofia a Benevento, vi fece trasferire un braccio del corpo di S. Nicandro. Alcune reliquie in quellepoca furono portate anche nella chiesa di Montevergine.
La croce stazionaria che si trova a qualche decina di metri dallattuale portale molto simile a quella di via S. Ippolito ad Isernia e il suo carattere fa immaginare che sia stata realizzata tra il XVIII e XIX secolo. Non vi riportato alcun elemento epigrafico che possa far capire lepoca precisa di realizzazione e chi ne sia stato il committente.
Croce stazionaria a lato della Cattedrale di Venafro
Secondo Cosmo De Utris (C. DE UTRIS, Gli annali di Venafro, ms. XIX sec., Vol.I) la grande pietra circolare su cui poggia la colonna della croce stazionaria uno degli elementi che attesterebbe che la cattedrale di Venafro fosse impiantata su un tempio che in origine diversamente orientato: Il fronte del tempio antico de Gentili era verso mezzo giorno di rimpetto lara o sia grande pietra rotonda col cerchio di rilevato che ancora vi si osserva, e le colonne dellatrio anche si vedono in quella parte. Col tratto del tempo si rifabric la Chiesa, ed il suo fronte f rivolto verso Oriente giusta il rito de Cristiani, a differenza de Gentili che lo ponevano a mezzo giorno. Col sasso quadrato f rifatto quel lato di Chiesa che prima erano al fronte del Tempio
Si tratta di una grande pietra erratica che contiene un canaletto circolare che ha fatto ritenere che si trattasse di unara per sacrifici e che il solco rozzamente scanalato servisse a raccogliere il sangue delle vittime.
In realt si tratta di un blocco calcareo che doveva essere ancora lavorato definitivamente per diventare la base di una grande colonna. Era stato semplicemente sbozzato e nella parte superiore si era tracciato il primo segno del cerchio che avrebbe dovuto costituire il riferimento geometrico per il lapicida.
In epoca successiva, e non sappiamo esattamente quando, su questa base fu inserita una colonna granitica proveniente da un tempio romano per divenire la base di una croce stazionaria nelle immediate vicinanze del portale laterale della cattedrale.
La croce metallica che ancora malamente vi si vede non reca alcun elemento utile per capire da chi sia stata commissionata.
VINCHIATURO
(da A. Trombetta)
Segnalata da Giovanni Pede, una croce stazionaria oggi si trova inserita nel muro di sostegno del sagrato della Chiesa parrocchiale di S. Croce. Limmagine presa dal sito dal volume di A. Trombetta fa collocare questa croce dai bracci trilobati tra quelle del XVIII secolo e presenta, sulla faccia che si vede, un Cristo crocifisso ai cui piedi vi il cranio di Adamo.
TORELLA DEL SANNIO, GILDONE, S.BIASE
Altre croci si trovano nel territorio Molisano come quella di Torella del Sannio o di Gildone o di S. Biase di cui riporto immagini tratte dai volumi di Wanda e Carmen Conte, di Salvatore Ricciardelli e di Michele Tanno.
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dicembre 12th, 2008 at 09:01
Vie con una croce bella o meno bella. Isernia ne ha una, quella vicino lospedale, trascurata dal sindaco e dai bigotti tutti di quella provincia.
Alcuno mi rifer di vie tanto piene di croci, non le pasquali vie-crucis, ma le cosiddette vie CRUCISEGNATE.
Non penso che esistano, forse quel tale voleva solo irridermi!
Esistono le vie-crucisegnate?
Grazie per eventuale Tuo chiarimento.
dicembre 12th, 2008 at 11:54
In vari paesi del Molise vi la consuetudine di segnare in occasione della Pasqua alcuni vicoli con una piccola croce (in genere di legno) che rimane appesa per tutto lanno.
Non me ne sono occupato mai per capirne lorigine, ma non ti hanno detto una sciocchezza. Appena ho notizie pi concrete ne far un articolo.
Grazie
dicembre 12th, 2008 at 11:59
Antonio Tirabassi mi ha segnalato la bella croce di Oratino che spero di pubblicare nellelenco non appena ho una foto.
Se altri lettori di questo sito hanno la possibilit di inviarmi altre immagini di croci molisane con una breve descrizione, le metter sul sito (ovvviamente citando la fonte).
dicembre 12th, 2008 at 18:21
Dio non voglia che alcuna mia malposta domanda sia causa di Nuova Polisemia ODiosisima, a me.
Che alcuna crocetta pasquale venga a riabilitare vie-Crucisegnate no! Esistono altri nomi, inventiamoli!
Persio scrive Pueri sacer est locus extra meite. Monti traduce Pisciate altrove, o putti, sacro il loco. Menzini aggiunge: Oh gente santa Che non piscia li dove vede impresso segno di croce. Leopardi cita ed aggiunge: Nellantichit si dipingevano serpenti al muro, ne luoghi pubblici per evitare che vi si accostasse alcuno per farvi puzze. (Evoluzione!) Nell800 fu usanza dipingere una croce ne luoghi a rischio. La pittura di una croce veniva ripetuta, al caso, secondo quanto la lunghezza del muro pretendeva, al caso si provvedeva con laffissione di croci scolpite in pietra. Zibaldone.
Leopardi cita anche LAretino: .un cavalier senzentrate un muro senza croci, scompisciato da ognuno.
Garzanti-filologo-etimologo-accademico-eccelso, nel-suo-profondo, ci conforta che crucisegnare lanalfabeta che si reca al voto. (altra forma, per noi, di odiatissima polisemia, indotta pi che spontanea).
Le vie Crucisegnate, stando a primariet documentative, potrebbero perci esser queste, potrebbero.
A me sorprende le varie croci documentate da voi, ove il piedistallo .che cos?
In SanPietro, i suoi costruttori-realizzatori pongono un Obelisco (Spiedone) che [ era considerato un simbolo di una religione pagana e quindi doveva essere esorcizzato per poter essere utilizzato in un contesto cristiano..apposizione della croce sulla punta.Christus vincit.Christus regnatMa sulla facciata di levante si legge invece proprio la sequenza che conosciamo: Ecce Crux Domini /Fugite ecc. ] Le parentesi quadre contengono il riporto di Raimondo Cardona, simpaticissimo bench accademico glottologo.
Le belle Croci molisane o quelle meno sempre molisane poggiano su quali piedistalli o basamenti?
Doriche Colonne sostenevano la figura di Ammona bellissima ad Heine il quale le vede diverse da quelle di Abrahamo vecchio di 180 anni!
dicembre 19th, 2008 at 21:21
Una bella croce in pietra conservata anche a Vinchiaturo, nel muraglione di sostegno del sagrato della chiesa madre, sul lato prospiciente la discesa al borgo.
Una foto, sfocata ma chiara, sul sito del comune
dicembre 19th, 2008 at 22:38
In attesa di una immagine pi dettagliata, ringrazio Giovanni Pede per la segnalazione che incrementa le immagini delle croci stazionarie del Molise
dicembre 23rd, 2008 at 11:28
Caro Franco,
ti segnalo due belle croci, anzi due monumenti veri e propri, situati nelle piazze principali di Ripalimosani e Cercemaggiore.
- Della croce di Ripalimosani, sita in Piazza del Popolo, nei pressi della Chiesa Parrocchiale dellAssunta vedi foto e descrizione in Mario Tanno, Ripalimosani. Luoghi e volti della Memoria, Palladino 2008).
- La croce di Cercemaggiore, in Piazza San Rocco, nei pressi della chiesa di San Rocco, stata rimossa di recente spero per breve tempo perch la stele aveva assunto una pericolosa inclinazione.
Ringraziandoti, per i tuoi contributi, ti auguro Buone Feste.
Giovanni
ottobre 24th, 2009 at 17:04
Per la croce di Ripabottoni hai perfettamente ragione. Essa, come si vede ora, è stata ricollocata durante gli anni settanta (1970) ma, ancora prima, durante il secolo precedente stata spostata da Largo Caduti di Tutte le guerre al luogo che la vede oggi.