Comune di Ripabottoni Il Sindaco |
Cari concittadini,
L’ipotesi di spostamento del monumento ha ridato un po’ di fiato alle trombe ripesi un po’ troppo addormentate e un po’ troppo dedite alla distruzione sistematica delle cose altrui. Ogni tanto riceviamo notizie:
Tutto sommato è bello e, nello stesso tempo strano, constatare come un argomento, obiettivamente di secondo piano rispetto ai problemi della ricostruzione, assurga, così, all’improvviso, ad argomento di primo piano, ad argomento di vitale importanza per la comunità ripese. Del resto è bello osservare l’accanimento che qualcuno sta ponendo nel sostenere la sua tesi di immobilismo, di conservazione dello status quo, l’accanimento di qualcuno che ritiene che il suo problema più importante sia soltanto quello di impedire agli altri di fare. Di fare che? Non ha importanza! L’importante è impedire che gli altri facciano. Certo, in un paese che, purtroppo, dai suoi cinquemila abitanti dell’inizio del Ventesimo secolo, è passato agli scarsi seicento dei giorni nostri, il problema è…. sicuramente spostare il monumento. In tutta verità mi aspettavo che venissero fuori idee nuove, alternative, che l’argomento venisse affrontato con serenità e non con la solita frase: “Lasciamo tutto com’era prima, non agitiamoci, potremmo scoprire che anche Ripabottoni potrebbe avere un futuro, potremmo invertire il suo declino”. Certo è più bello piangersi addosso, nel solito salotto delle comari. E’ più bello criticare qualsiasi iniziativa e dire: “Ma che vo’ fa’. ‘N’z fa’ acc’ùscì” (Ma che vuole fare, non si fa così….) Ci fosse una volta che un tale discorso termini dicendo chiaro e tondo come si dovrebbe fare. Certi personaggi non si esporranno mai, non esporranno mai la loro idea di futuro di Ripabottoni. Del resto anche se volessero, non potrebbero. Non ce l’hanno l’idea sul futuro di Ripabottoni. A loro basta la loro pensione, a qualcuno l’autonoma sistemazione, l’importante per loro è affermare: “L’idea degli altri non è buona”! Osserviamo quello che sta accadendo e cerchiamo, per una volta, di farlo da osservatori esterni ed estranei alla polemica, alla faida di parte. Ripabottoni è un paese che da cinquemila abitanti, in poco più di un secolo, è sceso agli attuali seicento scarsi. Questo vuol dire che è, obiettivamente, un paese in declino. Un paese destinato ad essere cancellato dalla carta geografica. Risposta: “La colpa è dell’emigrazione”! Certo, la colpa è dell’emigrazione. Ma perché la gente è andata via, perché la gente va ancora via? Chi è andato via lo ha fatto per motivi di lavoro. Non si può sperare che torni indietro. Ormai si è fatto la casa, una vita altrove, i suoi figli vivono altrove, i suoi nipoti sono là. Perché dovrebbe tornare indietro? Chi ancora oggi va via, lo fa per comprare casa a Campobasso, a Termoli. Già… Lavora lì… Perché dovrebbe investire 150.000,00 – 200.000,00 euro a Ripabottoni? Perché… non ci crede. Perché sa che il suo investimento a Campobasso aumenta di valore, a Termoli aumenta di valore, a Ripabottoni no. Allora la crisi è irreversibile????? Non ci sono soluzioni????? Una cosa è certa: lo “status quo”, l’immobilismo, la coltivazione delle patate sempre allo stesso modo… ci hanno portati sino a qui. Dobbiamo rompere l’accerchiamento. Il terremoto, con la sua grande tragedia, ci ha scosso sino alle fondamenta. Ha scosso i nostri animi, le nostre certezze. Ci sta dando la possibilità di ricostruire l’intero paese, di ridisegnare le sue prerogative. Ci ha donato “Il Sogno” di invertire la linea del declino. Quale può essere il futuro di Ripabottoni? Vi è un’unica risposta: “Il turismo”. Ma… quale turismo??? Il turismo di massa???? Perché dovrebbe approdare a Ripabottoni? Il turismo di elite? Certo, è l’unico sviluppo che si possa intravedere, parallelamente ai posti di lavoro che verranno creati con la costruenda casa di riposo, è l’unica soluzione a breve – medio termine. Del resto questa idea la esponemmo, nero su bianco, nella delibera di consiglio comunale n. 9 del 14 Aprile 2004. Con tale delibera, il consiglio comunale dell’epoca, tracciò le linee di sviluppo e di rilancio di Ripabottoni e mai, come ora, quelle linee si stanno trasformando in realtà. Una realtà in cui gli Olandesi, al contrario dei ripesi, credono. Ci credono a tal punto da fare ingenti investimenti. Ma anche questo non è un caso. Nulla è mai affidato al caso. Il colpo di fortuna può avvenire all’inizio ma poi occorre che i rapporti umani siano curati, siano tessuti, che l’ospite straniero trovi professionalità, coerenza, onestà, collaborazione, precisione, semplificazione. Quando ho accettato di essere nuovamente il Sindaco di Ripabottoni ho accettato con tre progetti ben fissi nella testa: Ricostruire il paese, portare a compimento la casa di riposo, sviluppare il turismo attraverso lo sviluppo delle infrastrutture, dell’arredo urbano, della semplificazione delle procedure per chiunque abbia voglia di venire ad investire i suoi capitali a Ripabottoni. Ognuno di questi tre obiettivi si divide in una miriade di sub obiettivi che sarebbe lungo e tedioso elencare. Tra l’altro ci porterebbe lontano dal nostro argomento che resta: “Spostare o meno l’attuale monumento ai caduti”? Il monumento fa parte della nostra storia, è stato fatto con i soldi e i sacrifici dei nostri padri, dei nostri nonni. Ricorda il loro sacrificio nelle grandi guerre. Ma il turista che viene a Ripabottoni per la prima volta dove si siede? Sulle scale del monumento o sulle scale della chiesa? E il Ripese, dove si siede? Tutti ci sediamo sulle scale della chiesa. Perché???? Perché dalle scale della chiesa osserviamo tutta la piazza, siamo nell’agorà, siamo l’agorà. Il monumento interrompe la visione d’insieme. Il monumento, bellissimo, è del ventesimo secolo. E’ l’unico elemento del ventesimo secolo, tra i tanti che compongono la piazza, e tutti appartenenti al diciottesimo e diciannovesimo secolo. Seppur bello, è l’unico elemento estraneo all’architettura della piazza. Con questo non voglio assolutamente dire che occorre buttarlo, anzi…. Lì vicino abbiamo una piazzetta che nel 1800 non esisteva. Una piazzetta, che poi tanto piccola non è, che è stata creata dopo il 1900, nel ventesimo secolo. Una piazza, successiva al monumento, ma di pochissimi anni. Creata tra le due guerre, pavimentata dopo la seconda guerra, abbellita con la fontana donata da Piero Cappuccilli negli anni settanta. Una piazza che farebbe da ottima corona al monumento. Immaginate di guardare il monumento che si alza dallo sfondo del bosco per toccare il cielo. Immaginate il soldato che, circondato da un pavimento d’acqua (La vasca conterrà solo venti centimetri d’acqua), lancia la sua bomba anziché contro la chiesa verso la salita di Santa Maria. Immaginate di scendere da Santa Maria. Sino ad oggi avreste visto una fontana bella nella forma ma tutta sbrecciata, con marmi staccati, rotti, letteralmente fratturati dal gelo, dall’acqua e dal tempo, con le statue, in volgare cemento, rotte, sbrecciate, mancanti di alcuni pezzi (Si rammentino i due leoni). Domani potrete vedere una fontana moderna, dalle forme sinuose, bombata come può essere la cassa di risonanza di una chitarra o di una viola. Al centro o meglio nei due centri: da un lato il soldato di bronzo che guarda verso Santa Maria, dall’altro un fronte fatto da zampilli d’acqua di volta in volta crescenti che aiuteranno lo sguardo a salire verso il monumento. Una scala in marmo, un ponte di marmo, a centoventi gradi rispetto agli zampilli, farà tornare l’occhio in basso, alla piazzetta, alla strada e consentirà, tra l’altro, l’accesso alla base del monumento. Certo che se la fontana donata dal Baritono Piero Cappuccilli fosse stata in condizioni discrete, nessuno di noi si sarebbe mai sognato di demolirla per sostituirla. Però la fontana regalata da Piero Cappuccilli era ridotta in uno stato pietoso, tale da non rendere assolutamente conveniente la riparazione. Tale stato non era dovuto alla sola mancanza di manutenzione ma essenzialmente al deperimento dei marmi sottoposti, di continuo, all’azione del gelo e dell’acqua. Chi non ricorda i marmi della seduta fessurati per il lato lungo, divisi in due? Chi non ricorda i marmi del fronte staccati e rotti? Chi non ricorda le mattonelle dell’interno della vasca tutte sbrecciate? Certo che è strano che la famiglia di Piero Cappuccilli soltanto ora si ricordi di Ripabottoni. Dopo aver svenduto una casa a cui, Piero Cappuccilli, teneva come non mai, dopo non aver mai più messo piede a Ripabottoni dopo che Piero Cappuccilli si è ritirato dalle scene, dopo aver vietato (Chissà su consiglio di chi?) l’uso del nome di Piero Cappuccilli per un festival della lirica a Ripabottoni, dopo aver vietato l’uso del nome di Piero Cappuccilli per l’intitolazione della pro loco, ora si rammarica che la fontana, per la quale non ha mai speso una sola parola in oltre trenta anni, lesionata irreparabilmente, venga demolita e ricostruita con diversa forma e diversi materiali. Strano, molto strano. Altrettanto strano il divieto di apporre il nome del baritono su qualsiasi targa, cimelio o altro. Chi demolisce la fontana e la memoria di Piero Cappuccilli? Noi demoliamo una fontana per motivi strutturali e per ricostruire una fontana, che non avrebbe avuto senso ricostruita tal quale. I familiari di Piero Cappuccilli demoliscono il ricordo di un figlio di questa terra, per il gusto di uccidere una seconda volta la persona, consigliati da chi???? Ma…. Così è! Altrettanto strano è che una Associazione Ripabottonese in Montreal affermi che l’amministrazione comunale voglia spostare il monumento per motivi poco chiari. Strano che inviti ad unirsi alla protesta iniziata dal Prof. Francesco Panunto. Da quale sacco viene fuori tutto ciò??? Non è che dietro ci sia la stessa persona? E… come mai l’opposizione, informata del progetto sin dal Novembre 2007 (Deliberazione di Giunta Comunale n. 50 del 30-10-2007) Solo ora si ricordi di fare opposizione???? Ma poi opposizione a che???? Opposizione alla rivalutazione del monumento? Opposizione alla rivalutazione della Piazza? Opposizione alla facilitazione della circolazione degli autoveicoli in Piazza? Ma qual è la proposta alternativa??? Coltivare le patate sempre alla stessa maniera???? Mi dispiace ma io non sarò mai quella mamma. Non resto da solo a proteggere le mie patate. Il mondo va avanti, il treno passa. O ci saltiamo sopra oppure possiamo sperare in altri treni ma… questo l’abbiamo perso. Così come è stato perso il treno della prima ricostruzione, perderemo anche quest’altro. Il treno per la prima ricostruzione lo stiamo inseguendo affannosamente, l’abbiamo quasi raggiunto ma, giustamente, il treno continua a correre e…l’opposizione continua a fare il suo mestiere… quello di opporsi, quello di coltivare le patate sempre nel solito modo. A buon intenditore e…. almeno… non fatevi subornare da chicchessia e in particolare da chi ha votato la sua vita allo sfascio degli altri, alle critiche, solo per criticare e poi… non ha il coraggio nemmeno di figurare. Ricordate… qualunque associazione, gruppo che ha visto quella persona tra i suoi soci, tra i suoi componenti, ha fatto una brutta fine, si è sfasciato, come si è sfasciata qualsiasi amministrazione comunale sostenuta da quella persona, per non parlare di quelle amministrazioni in cui ha avuto parte, sempre indirettamente, ma vi ha avuto parte. Dalla Residenza Municipale, lì 07 Aprile 2008 IL SINDACO
Michele Frenza |
Una raccolta di fotografie dello stato in cui versava la fontana donata dal Baritono Piero Cappuccilli
La fontana vista dall'alto Il leone senza zampa Il getto principale visto dall'alto La parte frontale della vasca La parte sinistra della seduta La parte destra della seduta Il gradino di accesso alla seduta La parte interna della vasca La fontana vista di fronte |
Programmazione HTML: Walter La Marca