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Largo caduti di tutte le guerre
(Due secoli di storia e… anche un po' di più)
Capitolo 2
Dal 1831 al 1905
Dal 1821 al 1897 l'attuale Piazza Marconi fu interessata (1863) dalla costruzione della fontana monumentale e, sicuramente, largo caduti di tutte le guerre fu interessato dalla demolizione dei fabbricati posti a sinistra. Scompare la croce viaria, il profilo dei fabbricati fronte strada viene modificato, sicuramente per vari processi di ristrutturazione, ricostruzione degli stessi.
Una planimetria parziale del paese (Archivio storico comunale) redatta il 30 gennaio 1888 dall'Ing. Vittorio Romanelli, allegata al progetto di una nuova conduttura in ghisa e creta in sostituzione del condotto in muratura che alimentava la fontana pubblica, indica che qualcosa, con l'unità d'Italia, era cambiata: La piazza era diventata "Piazza plebiscito", Via Liscia era diventata "Via Ripetta", Via della Croce era diventata "Strada Nuova" dalla Piazza a tutto Via Pietro Ramaglia (Quindi era scomparsa Via della Croce, Via Santa Maria, Piano San Nicola ecc.). Purtroppo l'estratto della planimetria di Ripabottoni non include "Largo caduti di tutte le guerre".
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La relazione al progetto ci indica che anche la fontana monumentale ebbe qualche ritocco con l'aggiunta di un gradino alla base. |
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Un'ulteriore mappa, estratta dagli archivi comunali (Busta 38, fascicolo 161), redatta sempre dall'Ing. Romanelli l'Otto Luglio 1897 fa comparire, per la prima volta, la "Scoscesa degli spallati" nonché la "Strada degli spallati". Viene indicato, inoltre, un antico letto del Vallone Tocca, i ruderi dell'antico ponte (Ponte di cui fu interessato anche l'Ing. Diodati nel 1813, prima, e 1816 poi). Indica che dietro "Il Largo della Fontana", laddove nel 1821 era indicato un immondezzaio, è stato costruito un fabbricato che poi scopriremo (Relazione del 1912) essere i baracconi "Venditti" utilizzati per circa un ventennio come mulino Barbieri.
In poco più di un secolo il territorio cambiò: cambiò il corso del Torrente Tocca, cambiò l'aspetto di Ripabottoni e, laddove vi era un'ordinata strada, con case a destra e sinistra, comparve una gravissima ferita… comparve la "Scoscesa delle spallate".
Dalla relazione al progetto datato 08 Luglio 1897 dell'Ing. Romanelli (Archivio storico comunale - Busta 38 fascicolo 161), si legge: "...per la natura dei terreni franosi dai quali in genere è circondato il Paese, ed ispecie dalla frana che si è manifestata da vario tempo nella scoscesa detta degli Spallati…
Prima di parlare delle costruzioni da fare è bene fare rilevare come anche le precedenti amministrazioni si preoccupassero sempre delle condizioni anormali del Vallone del Ponte e come si cercassero di fare dei ripari per garantire il paese.
Sfortunatamente questi lavori fatti senza un concetto ben definito di quello che doveva farsi, sono stati parte lavori perduti, ed in parte lavori che non presentano alcun freno alle corrosioni del vallone ed al suo sprofondamento; solo la briglia fatta in prossimità dei ruderi di un Antico Mulino presenta un solido sostegno".
Viene indicato come unico rimedio: "… quello di costruirvi un sistema di briglie. Quattro di queste opere d'arte sono indispensabili se si vuole garantire il Paese da qualunque sorpresa, ed anche una quinta alla sezione E sarebbe indicata per frenare il movimento dei terreni che in quella zona si presentano franosi, in specie dalla parte del R.Tratturo". Dalla mappa apprendiamo che quella che nel 1888 era indicata con "Strada Nuova" è diventata "Strada Provinciale".
Il progetto forse non fu realizzato perché nel 1905 ne fu approvato un altro, forse più completo, sempre a firma dell'Ing. Vittorio Romanelli ma con la collaborazione del Geometra Nicola Colangelo.
La relazione tecnica al progetto non aggiunge nulla a quello che già è emerso in merito alla frana della "Scoscesa degli spallati". C'è, però, un passaggio molto interessante:
"Tale necessità d'interrompere il precipitoso corso è stato anche riconosciuto dall'Ufficio del Genio Civile di Campobasso, dappoichè nel tratto dove si sviluppa la variante della Provinciale N.71 ha dovuto costruirvi due grosse briglie in muratura , le quali sono già di un freno alla parte superiore del paese".
Nella mappa del 1888 è indicato che la condotta idrica passa sulla provinciale che, allora, coincideva con l'attuale strada di San Michele. Ora apprendiamo che era stata realizzata una variante che entrava in paese dalla C.da Pozzillo.
La planimetria dello stesso progetto ci dice, invece, che l'attuale Corso Vittorio Emanuele III , nel tratto interessato dal "Largo caduti di tutte le guerre" era diventato C.so Garibaldi.
Riepilogando, tale tratto era: "Senza nome al tempo di Mons. Tria, Via "Croce" al 1818 e senza nome nel 1821, Strada Nuova nel 1888, Strada Provinciale nel 1897, C.so Garibaldi nel 1905".
Nel progetto si prevedeva di intervenire a valle dell'allora "Piazza Plebiscito" demolendo i baracconi Venditti (Baracconi sorti a valle del lavatoio e adibiti a mulino Barbieri - Archivio Storico Comunale - Busta 50 fascicolo 241 - Relazione al progetto) e creando un cunettone di scolo dalla fontana al torrente su cui, a circa metà strada, a formare una specie di "Y", sarebbe dovuto confluire un'altra cunetta proveniente dal "Largo caduti di tutte le guerre" con origine esatta dall'allora "Forno Barbieri". Il "Forno Barbieri" sorgeva laddove, oggi, inizia la scalinata "Via Volontari di protezione civile di A.E.M.".
Scopriamo, ancora, che esisteva una Via degli "Jnforzi" che girava dietro a tutta la "Terra Vecchia".
Il verbo italiano "Inforzare" è sinonimo del verbo "Rinforzare". E' chiaramente un termine desueto. Appare lecito pensare che, quel tratto della Terravecchia, ha subito, negli anni, dei "Rinforzi". Ricordiamo che la chiesa di S.Maria Maggiore ad Nives subì danni e crolli a causa del terremoto del 1805.
E' lecito supporre, a questo punto, che anche la restante parte della Terravecchia ha subito danni dal terremoto del 1805...
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