R i p A m i c i

Largo caduti di tutte le guerre

(Due secoli di storia e… anche un po' di più)

Capitolo 4

Dal 1946 al 1973



La guerra, che tanti lutti creò anche a Ripabottoni, non portò modifiche alla struttura urbanistica del paese.
Il dopoguerra, come sempre succede dopo le grandi disgrazie, riavviò i lavori pubblici. E' così si giunse "Alla riparazione dei danni bellici".
L'impresa Bruno Pasquale, con progetto del 1946, tra il 1947 e il 1948, iniziò i lavori di riparazione delle strade interne, "sconquassate dal traffico dei mezzi bellici".

Anche se la memoria collettiva ha cancellato le cicatrici lasciate dalla guerra, ricordiamo che i tedeschi feceso saltare il ponte sul Pozzillo, bombardarono con colpi di mortai l'abitato (Tre morti), piazzarono delle batterie di artiglieria pesante a Cerrosecco e... creaorono qualche effetto collaterale direttamente o indirettamente: Un salto alla nostra sezione di "Come foglie al vento", aiuterà sicuramente il ritorno della memoria.

Vennero costruite due cunette lungo la cosiddetta "Discesa di S.Maria". Venne sistemato il selciato in "Piazza Plebiscito", venne modificato l'aspetto della piazza stessa.
Le casupole poste alla sinistra dell'arco di Via Paolo Gamba (Guardando da Piazza Marconi) vennero demolite ed, al piano seminterrato, venne data una copertura in cemento armato. Ciò consentì di allargare la piazza, furono eliminate alcune scalette, la piazza acquistò l'aspetto di oggi.
Una nota importante: "Fu anche modificato l'accesso al Sagrato della chiesa in corrispondeza della porta centrale".
Se diamo un'occhiata alla mappa del 1821 e alle foto scattate prima della seconda guerra mondiale, vediamo chiaramente che il sagrato, davanti alla porta centrale, si protendeva nella piazza di almeno un metro in più rispetto ai due ingressi laterali.
La piazza fu pavimentata con un magnifico selciato in pietra.


Un'antica immagine della piazza senza data. (Immaginiamo fine '800 o inizio '900. Sulla destra si intravedono i tetti delle casupole demolite. Si immagina l'accesso più al sagrato davanti alla porta centrale più proteso.

La mappa del 1821 riporta chiaramente che il sagrato innanzi alla porta centrale si protendeva nella piazza.

Visibilissime le casupule demolite nel 1947

La piazza nel 1921 - Foto Orlando

La piazza vista da sotto. Data sconosciuta. Presumibilmente prima della fine della guerra. Si noti sulla destra le scale prominenti davanti al sagrato della porta centrale.
Agli inizi degli anni '50, fu asfaltato il tratto dall'ingresso del paese all'incrocio di Via Ripetta. Probabilmente per opera dell'Amministrazione Provinciale.

Tra il 1947 e il 1951, con vari lotti, vennero costruiti i muri di sostegno a valle di Via Torrente Tocca (Tratto da Via Nazario Sauro a Largo caduti di tutte le guerre).

La planimetria generale dei lavori.

Il dettaglio delle proprietà interessate







Con delibera di Consiglio Comunale del Primo Aprile 1953, fu approvata la costruzione della "Covertura del pubblico lavatoio".
Su progetto dell'allora Sindaco Don Mario Cappuccilli, con la spesa di £.170.000, si diede avvio all'opera.
Interessanti sono le motivazioni che si leggono nella relazione tecnica:
"La copertura e la recinzione del pubblico lavatoio, utilizzante le acque di supero della fontana in Piazza Marconi, è un'opera di cui da tanto tempo si sente la necessità, per soddisfare le giuste esigenze della popolazione.
Attualmente il lavatoio, costituito da una vasca
(In pietra N.d.a.) lunga m. 6,00 e larga m. 1,30, è sito all'aperto, in un ampio piazzale retrostante alla pubblica fontana. Ciò porta ad inconvenienti si di indole morale, essendo le donne che vi recano troppo in vista del pubblico, sia di comodità, non potendosi utilizzare il lavatoio nelle giornate di maltempo.
Si prevede perciò, la copertura del lavatoio stesso e la sua recinzione con muretto di mattoni, mediante la costruzione di 12 pilastrini in muratura di mattoni, della zezione di cm.26 x 26, alti m. 2,45, posti su due file distanti tra loro m.4,00 ed a una distanza di m.1,20 l'uno dall'altro, in maniera da circoscrivere un'area lunga m. 6,00 e larga m.4,00, ottenendosi così, ai due lati del lavatoio, una corsia larga m.1,30. Gli spazi tra i pilastri saranno chiusi da muretti di mattoni da 13 cm. sino all'altezza di m.1,70 in maniera da rimanere aperta, per la luce e per la ventilazione, tutta la faccia sotto la gronda, per la intera lunghezza del lavatoio e per un'altezza di cm.75.
Il tetto sarà con copertura di "eternit" alla francese, su armatura formata da incavallature poste alla distanza di ml.1,20 e da listelli di cm.4x4".




Alla fine degli anni '50 vennero costruiti i gabinetti pubblici, dietro al lavatoio.



Tra la fine degli anni cinquanta e primi anni sessanta, furono piantati grandi alberi lungo le strade del paese: 2 salici piangenti in Largo Cairoli, 4 tigli lungo Largo caduti di tutte le guerre, tre tigli sulle scale della chiesa, due pini al lato del monumento, un tiglio all'imbocco di C.so Garibaldi.
Tra il 1968 e il 1973 fu profondamente modificato l'aspetto del Corso, di Largo Caduti di tutte le guerre, della Piazza.

Con progetto del Luglio 1968, dell'Ing. Leopoldo Piedimonte, i lavori iniziarono nel 1970 e terminarono nel 1973.
Scomparvero le due cunette lungo la discesa di Santa Maria, furono ristretti i marciapiedi, fu divelto il selciato in Piazza Marconi e C.so Garibaldi. Fu asfaltato il tutto dall'ingresso del paese sino alla fine di C.so Garibaldi.
Nella relazione dell'Ing. Piedimonte si legge:
"Gli inconvenienti lamentati lungo il corso principale sono diversi. Innanzitutto si verificano difficoltà per il traffico automobilistico, a causa della ridotta larghezza della sede viaria che è mediamente di m.4,20 e che in alcuni punti è di appena 3.90 ml. Costituisce causa di disagio per i pedoni la notevole quantità d'acqua che su detta strada si riversa dalla zona a monte, ed in particolare dalla Via Pietro Ramaglia. L'acqua spesso ristagna ed ha costretto gli amministratori, a suo tempo, a creare due cunette murate, sui due lati di un tronco del corso Vittorio Emanuele, le quali, oltre a essere, a volte insufficienti, hanno ridotto notevolmente la larghezza viaria ed hanno l'inconveniente di trovarsi davanti alle soglie delle case di abitazione latistanti la strada.
La pavimentazione attuale di detta via è costituita da asfalto, per la Via Vittorio Emanuele, da selciato per la Piazza Marconi e la Via Garibaldi".


Il selciato rimosso dalla Piazza Marconi e C.so Garibaldi avrebbe dovuto pavimentare Via Roma, Via Roverello e Via Pergolesi.
Sappiamo, perché è davanti agli occhi di tutti, che l'unica ad essere ripavimentata in selci fu Via Roverello e parte di Via Roma. Via Pergolesi, Via Tito Barbieri furono ripavimentate a cubetti di porfido. Quelli erano gli anni del porfido.
La piazza tra la fontana e il monumento, si salvò, per il momento, dalla ripavimentazione e fu lasciata con l'originale selciato in pietra calcarea.

La discesa di S.Maria alla fine degli anni '60


Il corso riasfaltato


Il tiglio di C.so Garibaldi


La prima aiuola alla base del monumento


Una delle ultime immagini della piazza con il selciato in pietra





Nell'ambito dei grandi cambiamenti del quinquennio tra il 1968 e il 1973, precisamente il Dieci Ottobre 1970, con atto di Giunta Comunale n. 46, fu deliberato:
"Visto che il cantante lirico Piero Cappuccilli, di origine ripese ma di fama internazionale, si è dichiarato disposto ad offrire alla popolazione di questo comune la realizzazione di una fontana luminosa;
Considerato che per tale opera l'offerente mette a disposizione un importo di circa £. 2.000.000;
Reperito un idoneo luogo di costruzione in Corso Vittorio Emanuele III^, alle così dette "Spallate " su di un'area da occupare di circa metri quattro per metri dodici di lunghezza, dopo aver proceduto all'abbattimento di due alberi di tiglio, quelli centrali;
Rilevato che l'opera riveste un particolare carattere dal punto di vista artistico, in quanto verrebbe ad arricchire il piccolo patrimonio estetico del nostro paese;
Constatato che non è possibile riunire il consiglio comunale, per dare maggiore enfasi al munifico gesto, in quanto il consiglio stesso è decaduto in seguito alla recente pubblicazione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo del consiglio comunale, in data 22 Novembre p.v.;
con voti unanimi:
d e l i b e r a
  1. Disporre l'immediato abbattimento di due alberi di tiglio, posti al centro del marciapiede, in C.so Vitt. Emanuele III^;
  2. Disporre di circa m.4 x m.12 di suolo comunale, sul predetto ampio marciapiede, per ivi realizzare una fontana luminosa, la cui opera all'offerente, Piero Cappuccilli, famoso baritono, noto a tutti anche attraverso la RAI-TV, comporterà una spesa di circa £. 2.000.000;
  3. Accettare - con animo grato - il munifico gesto di offerta e di diretta realizzazione dell'opera, che verrà eseguita nella progettazione e direzione dei lavori dallo zio stesso del cantante, Geom. Mario Cappuccilli;
  4. Eseguire i lavori a regola d'arte con spese a totale carico dell'offerente, il quale provvederà direttamente alle spese, restando indenne l'Amministrazione;
  5. Curare la manutenzione ed il decoro dell'opera, dopo la sua realizzazione e consegna, allorquando farà parte del patrimonio artistico di questo comune".


Nacque così la fontana Cappuccilli:


Ma fu vero gesto munifico?


Non abbiamo elementi certi per poter contraddire la donazione, però, il 19 agosto 1970, un mese e venti giorni prima del "Munifico gesto", la Giunta Comunale deliberò, con atto n. 30, di concedere in fitto al Sig. Piero Cappuccilli, due vani siti in Ripabottoni al Corso Garibaldi, 2° piano, confinanti con i locali del municipio.
Vani che, ininterrottamente, così fu scritto in delibera, dal 1960 al 1966 erano stati tenuti in affitto dalla famiglia Cappuccilli e che, inoltre, rappresentavano "Due vani interni non idonei ad abitazione e quindi non necessari per alcun uso da parte dell'Amministrazione".

Erano gli anni in cui le scuole non avevano una loro sede ma erano dislocate in vari punti del paese, tutti locali rigorosamente in fitto. Ma questa è un'altra storia.

Il fitto, già dichiarato ininterrotto dal 1960 al 1966, venne dichiarato ininterrotto, addirittura, dal 1900 al 1966 nella delibera di consiglio comunale n. 16 del 23 Giugno 1972, con cui, due anni dopo la concessione in fitto, si tentò di vendere i due vani al Sig. Cappuccilli Piero per la somma di 750.000 lire.

Interessante è quanto posto a verbale dall'allora consigliere di minoranza ins. Vannelli Leonardo.
Infatti il consigliere, appena iniziata la trattazione dell'argomento, chiese il perché della vendita dei locali che facevano parte del lascito di Tito Barbieri e fece scrivere quanto segue:
"Il consigliere Vannelli Leonardo annuncia il suo voto contrario al punto 6 dell'ordine del giorno del Consiglio Comunale del 23/06/1972, non per scortesia verso il richiedente che stima cordialmente, ma per richiamare gli Amministratori del Comune di Ripabottoni al sacrosanto dovere di tutelare al massimo i beni che il nostro comune ha ricevuto in eredità da cittadini modello. Il suo voto contrario, quindi, oltre ad essere di ossequio alla memoria di colui che tutto ha lasciato al suo paese natale, è anche di monito a quanti esprimeranno il loro voto favorevole. Il Comune di Ripabottoni, grazie a Dio, non è ancora in condizioni così disastrose da vendere a chicchessia ciò che fa parte del suo patrimonio".

La delibera fu approvata con dieci voti a favore e due contrari.
La delibera non fu approvata superiormente.
Comunque essa fissava la destinazione "Del ricavato alla sistemazione del muraglione di cinta sito in C.so Vittorio Emanuele (Detto 'Spallate')".
La delibera fu riproposta due volte nel 1973. La prima volta (CC. N. 17 del 22/02/1973) non fu superiormente approvata con la prescrizione che "Il prezzo di vendita non era congruo". La seconda volta (Delibera di CC. N. 34 del 23/10/1973) per il prezzo di vendita di £. 850.000 fu definitivamente approvata.

Con i soldi fu realizzata, in parte, l'inferriata e la sistemazione del muraglione nell'allora "Largo delle Spallate".
Ciò concluse definitivamente il "Munifico gesto" e... non si parlò più di altre gesta, se non quelle dei giovanotti e giovanotte che tentarono più volte di truccare la Venere, vestire le sue nudità , sino a giungere a veri atti di vandalismo: "Rottura del collo alla statua, zampe rotte ai leoni, mattonelle staccate, Venere posta di spalle, ugelli dell'acqua schiacciati, divelti ecc. ecc.








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