Appena dopo l'unità d'Italia era chiamata Piazza Plebiscito. Ancora prima "largo della fontana".
Una forma irregolare. Una specie di grossa Elle di cui uno dei lati rappresenta la congiunzione tra il C.so Vittorio Emanuele III e il C.so Garibaldi.
Un anfiteatro naturale dalla strana forma ad Elle "Grassetto - Marcato" , circondata dai più bei palazzi di Ripabottoni,
dalla facciata della chiesa madre (1742), dagli accessi (dall'alto in basso) da C.so Vittorio Emanuele III, Via Ripetta, Via Olmo, C.so Garibaldi, Via Paolo Gamba (Terra Vecchia).
Un solo lato aperto: la parte finale corta della Elle. Il lato aperto è uno stupendo terrazzo sulla vallata da cui si domina un lungo tratto dell'antichissimo tratturo che lambisce il centro abitato.
In primavera il profumo delle acacie pervade i muri e gli animi. Un anticipazione del paradiso: "Fermarsi sulle scale della chiesa a chiacchierare durante il mese di Maggio con le acacie e le rose in fiore". Credo che solo la contemplazione di Dio possa rappresentare qualcosa di meglio.
Una moltitudine di livelli che però non danno l'impressione di essere tali. Tutti degradanti dal centro e da Via Paolo Gamba per le altre direzioni. In antico il punto di discrimine dello scoglio di arenaria su cui poggia il borgo medioevale.
Prima del terremoto la scalinata della chiesa costituiva la gradinata "dell'anfiteatro": non più di 10 gradini, da un lato, tre dall'altro. Irregolari, pieni di volute e rientranze; dalla loro sommità, luogo naturale di passeggio dell'agorà, si dominava l'intera piazza.
Un vecchio messo comunale sosteneva che per notificare gli atti a Ripabottoni, non era necessario raggiungere il domicilio delle persone. Era sufficiente fermarsi in Piazza e prima o poi tutti sarebbero passati.
Da sempre è stato il punto nevralgico della vita a Ripabottoni e durante il terremoto, purtroppo, si è dimostrato anche uno scomodissimo collo di bottiglia che ha tagliato in due l'abitato.
Al tempo dei Sanniti rappresentava il punto a mezzogiorno e più in basso del villaggio (Il Villaggio Sannita era probabilmente posto in quello che è oggi l'ingresso del paese, il cosiddetto Piano della Croce). Allora era diviso dalla piazza da un grosso dislivello, da un torrente o più propriamente da un rivolo, protetto con terrapieni e sbalzi dal Tratturo.
Poi, non sappiamo il perché, il letto del torrente è stato riempito, il villaggio è sceso verso mezzogiorno, verso la piazza. Essa, senza nome, era una spianata, poi il "Largo della fontana", dove le donne andavano ad approvvigionarsi d'acqua e a lavare i panni, poi Piazza Plebiscito. Era posta appena fuori dalle massicce mura medioevali che ora rappresentano, dopo moltissime trasformazioni, il lato interno della "ELLE".
Era la piazza dove non solo si prendeva l'acqua, dove si svolgevano il mercato, le fiere, le feste ma anche dove vi erano le "Taverne", "Le Prigioni", la residenza del corpo di guardia, poi guardia nazionale, dove si fucilavano i ribelli, dove si fermavano le scorrerie dei "briganti" che non riuscivano superare lo sbarramento delle poderose ed altissime mura, ove si tendevano gli agguati. Era anche, dal 1700 in poi, il centro della fede che con la Chiesa madre "S.Maria Assunta" (1742) è uno dei migliori esempi del settecento nel Molise.
Dal 16 Agosto 1863 una fontana monumentale abbellisce il terrazzo e lo sguardo sulla vallata. Il fronte della fontana rivolto verso la Chiesa, sul retro l'abbeveratoio, il lavatoio in pietra ed ancora resta lo spazio per le panchine, per ammirare la vallata.
Al fulcro interno della "Elle", dal 17 Giugno 1925, un soldato in bronzo della prima guerra mondiale combatte la sua eterna e gloriosa battaglia, lanciando una granata, con le spalle alla fontana, verso la chiesa. Il sicuro regalo di una qualche loggia massonica, ora scomparsa, al clero.
Purtroppo, oggi, la Chiesa è inagibile e le sue belle scale, l'imponente facciata, sono nascoste da un'altissima impalcatura. Il Campanile suona ancora le ore ma lo fa in un deserto di anime, di persone. Non suona più l'inizio della funzione, i grandi portali non si aprono più per far uscire la processione, le scale non offrono più sosta… quel tratto della "Elle" è morto!
Anche il lato interno della Elle, non consente più l'accesso al borgo medioevale. Nonostante ciò, nonostante che il paese si sia allungato con la costruzione del villaggio di prefabbricati: "La Piazza resta il centro della vita".
Potenti opere di puntellamento e fasciatura dei fabbricati inagibili hanno ridato un senso di "Antica fortezza", hanno consentito la riapertura della "Piazza". Ripabottoni ha moltissimi larghi, moltissime "piazzette" ma nessuna altra "Piazza". Il centro del mondo, il centro della vita, "L'angolo di Paradiso" che tanto affascinava chi veniva e viene a Ripabottoni. Una Ripabottoni che, seppur sorretta da stampelle, continua a vivere e sperare e vuole… tornare a fiorire…